MAMMA NINA

Madre per vocazione

Marianna Saltini nasce a Fossoli di Carpi il 28 agosto 1889 da Una famiglia di proprietari agricoli. La morte dei due fratelli nati prima di lei ne fanno ben presto Una “seconda mamma” in famiglia, in aiuto alla madre nell’educazione dei molti fratellini. Sposatasi nel 1910 ed avuti sei figli, rimase vedova nel 1929. Mandati il figlio Sergio a studiare a Parigi e i figli Vincenzo ed Enzo presso la Pia Società San Paolo ad Alba, nel 1933 si trasferì con i tre figli più piccoli a San Giacomo Roncole, dove il fratello Don Zeno aveva iniziato ad accogliere bambini poveri o abbandonati. La visione di San Francesco che passava lentamente uscendo dalla stanza in cui Nina stava riposando venne interpretata come un invito a impegnarsi per la salvezza di bambine in stato di abbandono.
Nel 1934 incominciò a raccogliere a Carpi, nella casa di Irene Tassi, alcune bambine che dormivano all’aperto, sotto i portici della città. Avvicinando le prostitute le convinceva ad affidarle le loro figlie. La vocazione di Nina fu avversata dai genitori e dai figli, che le intentarono un drammatico “processo” davanti alla sorella scolastica, nel parlatorio delle monache Clarisse di Carpi. L’episodio venne risolto con l’intervento del Vescovo Mons. De Ferrari, che nel 1936 riconobbe con uno statuto provvisorio l’opera Casa della Divina Provvidenza, per la quale il Comune di Carpi aveva nel frattempo concesso in uso palazzo Benassi, dove tuttora l’opera ha sede. Avvicinatesi a Nina altre cinque ragazze desiderose di condividere la sua scelta vocazionale, nel 1937 venne riconosciuta ufficialmente la Congregazione diocesana delle figlie di San Francesco. La cerimonia di vestizione del velo, del mantello e del crocifisso avvenne nella Cattedrale di Carpi il 19 marzo 1938 nel corso della prima Messa celebrata da Don Samuele, figlio consacrato di Nina, ormai nota a tutti come Mamma Nina. Durante il secondo conflitto mondiale Mamma Nina si prodigò per iI salvataggio degli ebrei, insieme a Odoardo Focherini e a Don Dante Sala. In tutte le case della Divina Provvidenza che nel frattempo erano state aperte Modena, Cavezzo, Mirandola, Soliera – furono ospitate molte bambine ebree. La scia di drammi, lutti e povertà lasciata dal conflitto determinò un aumento esponenziale delle bambine accolte nelle case della Divina Provvidenza: agli inizi degli anni ’50 le fanciulle erano già 400. Dopo Una lunga malattia Che segnò gli ultimi anni della vita, mori il 3 dicembre 1957.

LE NOSTRE RADICI

Agape di Mamma Nina è nata nel 2003 come ramo Onlus della Pia Fondazione Casa Della Divina Provvidenza, opera scaturita dalla sconcertante ma affascinante scelta di vita di Marianna Saltini, divenuta poi appunto Mamma Nina.
Rimasta vedova con sei figli, dopo un periodo di collaborazione a San Giacomo Roncole col fratello don Zeno, fondatore di Nomadelfia, Marianna si sente chiamata ad accogliere bambine orfane o in stato di abbandono morale. Superando incomprensioni e ostilità della famiglia d’origine e degli stessi figli, fonda la Congregazione delle Figlie di S. Francesco e la Casa della Divina Provvidenza dove, a partire dal 1936, verranno accolte, educate e formate più di mille bambine.
La casa ha un ruolo di rilievo sul territorio durante il secondo conflitto mondiale, quando Mamma Nina si prodiga anche per il salvataggio degli ebrei, insieme a Odoardo Focherini e a Don Dante Sala. L’opera si consolida e si aprono altre case nei Comuni di Modena, Cavezzo, Mirandola, Soliera. La scia di drammi, lutti e povertà lasciata dalla guerra determina un aumento esponenziale delle bambine accolte, che agli inizi degli anni ’50 saranno oltre 400. Nelle lacerazioni di quegli anni, la figura di Mamma Nina diventa un simbolo in cui tutti i carpigiani, al di là delle appartenenze, si riconoscono. “Siete tutti miei figli miei“– dirà Mamma Nina – “io ho una sola bandiera, quella dell’amore“. Muore, dopo una malattia che segna l’ultima fase della sua vita, il 3 dicembre 1957.
Il desiderio di Mamma Nina era però anche quello di aiutare ragazze e giovani madri in condizioni di difficoltà, desiderio che si è concretizzato agli inizi dello scorso decennio attraverso la costituzione del ramo Onlus Agape di Mamma Nina e la contemporanea apertura, nel 2003, di una comunità per gestanti e madri con bambini. A questa casa hanno poi fatto seguìto l’apertura di nuove strutture di seconda accoglienza: a Modena nel 2006 e ancora a Carpi nel 2011 e nel 2015.

“Amare il prossimo, i nostri fratelli, come noi stessi, pronte a soffrire, vivere con le bambine, mangiare uguale a loro ed assieme dormire in mezzo a loro. A tavola senza tovaglia, vivere coi poveri il più che sarà possibile, aiutarli, assisterli, compatirli, amarli.”

MISSION

Mamma Nina intendeva il suo essere madre come una missione continua e costante, la sua azione educativa entrava nella quotidianità e si prolungava nel tempo in un orizzonte di realizzazione per le figlie accolte. Agape tenta di rendere concreto e attuale il servizio che Mamma Nina ha vissuto, l’amore cioè di una madre che ha cura dei propri figli, in modi sempre nuovi e diversi.
Attraverso un’intensa condivisione del quotidiano in tutte le sue sfaccettature, educatori e volontari si prodigano nell’accoglienza e nella cura educativa affinché mamme e bambini possano trovare non solo gli strumenti, ma anche la forza e il coraggio per affrontare le fatiche e le ferite. E’ soprattutto nel fare insieme e nel fare per che si ripropone quell’amore materno che Mamma Nina provava per le sue figlie. La famiglia allargata di Agape accoglie, accompagna e sostiene la mamma nel suo ruolo, cercando di proporre uno stile familiare accogliente nella condivisione della quotidianità, nell’elaborazione dei vissuti di sofferenza, di rilettura del passato, ma anche nelle fatiche e nelle gioie delle nuove scelte.